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L’esperienza vissuta a Kinshasa dalla comunità canossiana “Sacro Cuore”, in occasione del viaggio apostolico di Papa Francesco nella capitale della RD Congo é stata indimenticabile
- Accoglienza all’aeroporto di N’Djili e incontro con le autorità e i rappresentanti della società civile
Oltre un milione di persone hanno accolto il Papa all’aeroporto internazionale di Kinshasa e lungo il tragitto.
Nel suo discorso alle autorità, ai rappresentanti della società civile e del corpo diplomatico rimane suggestiva l’immagine del diamante usata dal Santo Padre per descrivere il nostro Paese ricco di risorse minerarie: “Coraggio, fratello e sorella congolesi! Alzati, riprendi tra le tue mani, come un diamante purissimo, quello che sei, la tua dignità, la tua vocazione a mantenere in armonia e pace la casa in cui vivi”, ha detto.
“Ma questo Paese e questo continente meritano rispetto e ascolto, meritano spazio e attenzione: togliete le mani dalla Repubblica Democratica del Congo, togliete le mani dall’Africa! Basta soffocare l’Africa: non è una miniera da sfruttare, né una terra da saccheggiare. Che l’Africa sia protagonista del suo destino!” ha supplicato il Sommo Pontefice.
Un forte invito a difendere la pace nel nostro Paese! La pace, agli occhi del Sommo Pontefice, “è fare spazio nel nostro cuore per tutti, è credere che le differenze etniche, regionali, sociali e religiose vengono dopo e che non sono ostacoli; credere che gli altri sono fratelli e sorelle, membri della stessa comunità umana; credere che tutti sono destinatari della pace portata nel mondo da Gesù.”
“Scegliamo di essere testimoni del perdono, attori della comunità, persone in missione di pace nel mondo”, ha consigliato Papa Francesco.
- La gigantesca messa all’areodromo di Ndolo: “La pace sia con voi”
Il giorno dopo, il Sommo Pontefice è stato accolto all’aerodromo di Ndolo, nel centro di Kinshasa, da oltre un milione di fedeli cattolici, e ha celebrato la Messa con il rito zairese.
Abbiamo avuto la gioia di partecipare a questa Eucaristia: tutta la comunità era presente, quindi abbiamo rappresentato e pregato per tutte le Canossiane.
Ecco un passaggio commovente del discorso del Santo Padre: “Quando torni a casa, prendi il Crocifisso che hai e bacialo. Diamo a Cristo la possibilità di guarire i nostri cuori, gettiamo in Lui il passato, tutte le paure, tutte le angosce. Com’è bello aprire le porte del cuore e quelle della casa alla sua pace! E perché non scrivere nelle vostre stanze, sui vostri vestiti, fuori dalle vostre case, questa parola: Pace a voi! Esponilo, sarà una profezia per il Paese, una benedizione del Signore su chi incontrerai. Pace a te: lasciamoci perdonare da Dio e perdoniamoci a vicenda!”
- Con le vittime della guerra a l’Est
Il momento più commovente è stato l’incontro del Papa con le vittime delle violenze a l’est della RDC. Doveva svolgersi a Goma, ma a causa della guerra si è tenuto in Nunziatura.
Il Sommo Pontefice è stato visibilmente molto commosso dalle storie raccontate dalle varie vittime delle violenze armate.
“Di fronte alla violenza disumana che avete visto con i vostri occhi e vissuto nella vostra carne, rimaniamo sotto shock. E non ci sono parole; basta piangere, restando in silenzio” ha reagito il Papa alle agghiaccianti testimonianze delle vittime della guerra.
“Le vostre lacrime sono le mie lacrime, le vostre sofferenze sono le mie sofferenze”, ha assicurato loro, assumendosi la responsabilità di chiedere “perdono per la violenza dell’uomo sull’uomo”.
“Non possiamo abituarci al sangue che scorre in questo Paese, ormai da decenni, uccidendo milioni di persone all’insaputa di molti. Abbiamo bisogno di sapere cosa sta succedendo qui; che i processi di pace in corso, che incoraggio con tutte le mie forze, siano sostenuti concretamente e che gli impegni vengano mantenuti”.
- Con i giovani e i catechisti
Giovedì mattina Papa Francesco ha lanciato un appello ai giovani e ai catechisti della RDC stadio dei Martiri a Kinshasa gremito all’inverosimile.
“Il futuro del Paese è nelle vostre mani”, ha detto loro all’inizio del suo discorso. “Giovane che sogni un futuro un diverso, dalle tue mani nascerà un domani migliore, nascerà la pace di cui questo Paese ha bisogno per avvanzare”, ha detto Papa Francesco alle migliaia di giovani congolesi che hanno risposto a questa chiamata.
Per fare questo, Papa Francesco raccomanda cinque ingredienti ai giovani congolesi per il futuro. Cinque ingredienti che, secondo il Santo Padre, possono essere associati alle dita di una mano.
- Il pollice: “È il dito più vicino al cuore, ad esso corrisponde alla preghiera che fa palpitare la vita. »
- L’indice: “Indica qualcosa o qualcuno al di fuori di noi stessi. Amici miei, non lasciate che la vostra giovinezza sia segnata dalla solitudine e dalla chiusura: la comunità è la via per vivere in armonia con se stessi, per essere fedeli alla propria vocazione”.
- Il medio: “È al centro, come l’onestà: essere cristiano è testimoniare Cristo. Il primo modo per farlo è vivere onestamente, come lui vuole. Questo significa non cadere nelle trappole della corruzione”.
- L’anulare: “Qui è dove si mettono le fedi nuziali. Ci ricorda che i grandi traguardi della vita, l’amore soprattutto, passano attraverso le fragilità, le fatiche e le difficoltà. »
- Il mignolo: “Il più piccolo. Si potrebbe dire: sono una piccola cosa. Ma proprio la piccolezza, il fatto di farsi piccoli è ciò che attrae Dio. C’è una parola chiave che va in questa direzione: servizio. Chi serve si fa piccolo. »
“Ma per riuscire in questa missione che è sua, giovani rivolgiti a Gesù come al più grande amico che ha dato la sua vita per te. Ti conosce, crede in te e ti ama, sempre” – consiglia il Papa – “Raccontagli del tuo quartiere, dei tuoi vicini, dei tuoi insegnanti, dei tuoi compagni, dei tuoi amici e colleghi, del tuo Paese. Dio ama questa preghiera viva, concreta, fatta con il cuore”
5. Con i consacrati
Giovedì pomeriggio il Papa ha incontrato più di mille sacerdoti, diaconi, persone consacrate e seminaristi della RDC, nella cattedrale di Nostra Signora del Congo a Kinshasa.
Il Cardinale Ambongo, Arcivescovo Metropolita della capitale congolese, nel suo discorso di benvenuto, ha detto: “La vostra venuta nella RDC ci dà motivo di sperare e di proiettarci nel futuro con più determinazione e dedizione. »
Papa Francesco si é così espresso: «Per vivere la nostra vocazione abbiamo sempre sfide da affrontare, tentazioni da superare. Vorrei soffermarmi brevemente sulle seguenti tre: mediocrità spirituale, comodità mondane, superficialità.
Il superamento della mediocrità spirituale passa soprattutto attraverso una vita nutrita di preghiera: coltivare i ritmi liturgici della preghiera che ritmano la giornata, dalla Messa al breviario, senza dimenticare la confessione….non stancatevi mai di invocare la Vergine Maria.
La seconda sfida è superare la tentazione delle comodità mondane. Questa mondanità, che fa cercare conforto sopra ogni altra cosa, fa perdere così il cuore della missione, che è uscire dal territorio di sé per andare verso i fratelli e le sorelle, esercitando, in nome di Dio, l’arte della prossimità
Infine, la terza sfida è vincere la tentazione della superficialità. Un dono è stato posto nelle nostre mani e sarebbe presuntuoso da parte nostra pensare di poter vivere la missione a cui Dio ci ha chiamato senza lavorare su noi stessi ogni giorno, e senza formarci in modo adeguato in un cammino da perseguire sempre, tutta la vita. »
Per il Papa queste sfide vanno affrontate se vogliamo servire il popolo come testimoni dell’amore di Dio, perché è soprattutto la vita che parla.
“Siate docili al Dio della misericordia, mai sconvolti dai venti di divisione – ha concluso il Santo Padre, esortandoci a non scoraggiarci- Siete preziosi, importanti: ve lo dico a nome di tutta la Chiesa. Vi auguro di essere sempre canali della consolazione del Signore e gioiosi testimoni del Vangelo, profezia di pace nelle spirali della violenza, discepoli dell’Amore, pronti a sanare le ferite dei poveri e di quanti soffrono”.
Rendiamo grazie a Dio per questa opportunità di cui siamo stati beneficiarie. Tutti i messaggi del Santo Padre sono ricchi di contenuti. La Vergine Maria, modello dell’ascolto, ci aiuti a interiorizzarli per farli nostri nella quotidianità.
Suore Canossiane, Comunità Sacro Cuore – Kinshasa
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