C’è un’espressione folgorante che apre l’enciclica “Fratelli tutti”.
Papa Francesco parla di “reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole” allo stato di cose presente. Qui non si tratta – ci indica il Papa – soltanto
di rispondere alle urgenze della pandemia: siamo chiamati a prendere di petto le dolorose contraddizioni che la crisi ha rivelato una volta per tutte. Le ferite di un mondo che sfrutta e lascia indietro gli ultimi, che accumula ricchezza anziché creare sviluppo, che consuma il pianeta anziché abitarlo. Oscurità profonde, in cui però brillano le luci delle straordinarie risorse su cui l’umanità può contare
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